Castel di Sangro
I primi tedeschi fecero la loro comparsa a Castel di Sangro nel luglio del 1943 ma si intensificarono già nel mese di Agosto. Dopo l’armistizio dell’8 settembre la loro aria amichevole scomparve e colonne di mezzi carichi di militari sfilarono per le strade della cittadina, dirette a Nord. Una guarnigione di militari si stabilì anche a Castel di Sangro, presso il locale Convento della Maddalena.
I saccheggi, le razzie e le violenze, che subito contraddistinsero la permanenza tedesca, furono tollerati affinché non iniziò il rastrellamento degli uomini da adibire ai lavori di fortificazioni sugli altipiani maggiori. Il 17 ottobre due camion pieni di SS arrivarono a Castel di Sangro e iniziarono a prelevare tutti gli uomini che reputavano abili al lavoro, sotto la minaccia delle armi e ferendo gravemente chi tentava di sottrarsi alla precettazione. La caccia all’uomo era implacabile, si prelevavano per strada, forzando le abitazioni e addirittura irrompendo negli edifici sacri durante le funzioni religiose. In un solo giorno furono prelevati 300 uomini e i rastrellamenti continuarono anche nei giorni successivi.
Intanto iniziavano le incursioni aeree degli Alleati, che preannunciavano l’avvicinarsi del fronte e facevano sperare la popolazione di poter essere presto liberata dalla minaccia tedesca. Il primo bombardamento aereo a Castel di Sangro si ebbe il 1 ottobre, poi altri il 5-7 ottobre su alcuni convogli ferroviari e il 1 novembre fu bombardato il Palazzo del Principe di Santobuono, sede della guarnigione tedesca, che però non sortì l’effetto desiderato poiché molti militari erano fuori dal comando per turni di pattugliamento, rastrellamento e altro.
L’approssimarsi del fronte spinse le truppe tedesche ad accelerare non solo con le fortificazioni ma anche nelle operazioni che rendessero difficile, se non impossibile, trovare riparo e supporto nei territori conquistati.
Vennero emanate quindi le ordinanze di evacuazione che imponevano l’abbandono dell’abitato e lo sfollamento verso Sulmona. Fra il 26 ottobre e il 6 novembre vennero evacuati 10 paesi che si trovavano nella “fascia di sicurezza” a ridosso del fronte. La popolazione lasciò Castel di Sangro, molti dirigendosi verso Sulmona, altri dandosi alla macchia nei boschi, nelle masserie o tentando di raggiungere i territori a sud, già liberati dagli Alleati.
Dal 7 al 9 novembre il centro abitato fu minato e fatto saltare in aria. Alla ne di novembre gli Alleati erano già molto vicini. A San Pietro Avellana installarono un punto di osservazione per controllare Colle San Giovanni, il Castello a Quota 1009, dove le truppe tedesche avevano numerosi nidi di mitragliatrice che dominavano il territorio circostante.
Nella sera del 20 novembre 1943, una pattuglia canadese mosse in direzione Castel di Sangro raggiungendo l’abitato. Sostarono qualche ora ma non riuscirono ad andare oltre piazza Plebiscito a seguito di fuoco di mitragliatrici proveniente dal Castello. Rientrarono incolumi a San Pietro Avellana. Il giorno successivo tentarono nuovamente l’assalto riuscendo a occupare il centro abitato. I tedeschi si ritirarono sull’altura del Castello e da lì avevano facile possibilità di colpire civili e Alleati che volessero conquistare la postazione. La completa liberazione del territorio di Castel di Sangro dipendeva quindi dalla conquista di quella postazione strategica.
Il 22 novembre quindi giunse una pattuglia canadese del West Nova Scotia Regiment con circa 80 uomini, la loro missione era la presa del Castello. Accompagnati da due guide locali, tentarono l’impresa ma le truppe tedesche li aspettavano e tesero un’imboscata agli Alleati. La fitta nebbia che avvolgeva l’altura limitò le perdite umane ma il fallito attacco costò comunque la vita a 14 soldati (5 canadesi e 8 tedeschi) e fra i canadesi si ebbero anche 10 feriti e 16 prigionieri. Una delle due guide locali, Angelo Petrarca, fu uccisa. Questo coraggioso cittadino castellino fu poi riconosciuto “combattente volontario caduto per la lotta di liberazione”.
Rimaneva ancora da conquistare Quota 1009: la fallita operazione del 22 novembre condusse i canadesi ad agire con prudenza e determinazione e venne pianificata una potente dimostrazione di fuoco con conseguente occupazione di Quota 1009 per il 24 novembre. Dopo un intenso bombardamento che durò tutto il giorno, sull’area cha va da Roccaraso ad Alfedena (su Quota 1009 caddero in circa trenta minuti almeno 5000 granate), il 24 novembre le truppe canadesi riuscirono a prendere il Castello inclusa la sua Chiesa. Castel di Sangro era adesso nelle mani alleate.
I tedeschi risposero con fuoco di artiglieria ma dai paesi limitrofi. Avevano infatti già abbandonato Quota 1009 nella notte del 23 novembre, lasciando i feriti canadesi sul posto che fortunatamente sopravvissero al bombardamento amico del giorno successivo.
Dal 25 novembre una buona parte degli uomini e dei mezzi (sia alleati che tedeschi) fu trasferita sulla costa in vista della battaglia del Sangro e i canadesi che avevano com- battuto per la conquista di Castel di Sangro lasciarono la cittadina per essere sostituiti da soldati di battaglioni e nazionalità varia (irlandesi, polacchi, scozzesi) che si avvicendarono no al giugno 1944. Le truppe tedesche rimanevano però a pochi chilometri di distanza, occupando ancora paesi limitrofi come Rivisondoli, Roccaraso, Alfedena e quindi per mesi il paese rimase in una posizione intermedia, “la terra di nessuno”, in cui i due schieramenti si impegnavano in azioni di guerriglia non essendoci da ambo le parti le condizioni militari e ambientali per sferrare un attacco decisivo.
Solo con lo sfondamento della Linea Gustav a Cassino, il 27 maggio 1944, il fronte si spostò dall’Abruzzo e per Castel di Sangro e le cittadine limitrofe tutto finì il 29 maggio, con gli ultimi echi di mitragliatrice. A giugno gli sfollati tornarono con la consapevolezza di dover ricostruire un paese e le proprie vite. Alla ne del conflitto si contarono 155 vittime fra civili e militari e per le vicende che la segnarono nei nove mesi di conflitto bellico, Castel di Sangro fu insignita della Medaglia di Bronzo al Merito Civile.
Occorre ricordare in ne che Castel di Sangro fu centro di internamento libero che ospitò molti ebrei e diversi cittadini inglesi fra cui Harry Bernard Dawson Jr., un ufficiale dell’Intelligence di Sua Maestà che anche dopo la ne del suo status di internato (settembre 1943) rimase nel territorio castellano svolgendo un’importante opera di informazione per il comando alleato.
- Monumento ai Caduti
Nella frazione Roccacinquemiglia di Castel di Sangro, nel giardino urbano di piazza Umberto I, è posta una stele a memoria del sacri cio dei caduti nelle ultime due guerre.
- Monumento ai Caduti
A Castel di Sangro, per rinnovare la memoria storica della distruzione della città, avvenuta il 7 Novembre 1943, piazza VII Novembre accoglie dal 2015 due lapidi commemorative. Qui si ricordano anche i militari deceduti durante il primo conflitto mondiale.
- Basilica di Santa Maria Assunta
- Pinacoteca Patiniana
- Ruderi del Castello Medioevale con le vicine Mura Megalitiche
- Museo Civico Aufidenate
Comune di Castel di Sangro, Corso Vittorio Emanuele II, 10
Tel. 0864.82421